SEASPIN BUGINU 55

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<p>Il buco che &ldquo;buca&rdquo;!! Il nome deriva da Antonio Cras&agrave;, Tot&ograve; per gli amici, componente dello staff del marchio, che ha avuto la prima idea e ha realizzato il primo prototipo di legno da cui &egrave; partita tutta la fase di progettazione e di realizzazione del modello. Con la realizzazione di questo artificiale, proprio per la sua singolarit&agrave; estetica, ma soprattutto per quanto di tecnico rappresenta, si alza di molto l&rsquo;asticella della progettazione delle hard bait di ultima generazione. In questo caso lo studio di progettazione esce dallo schema naturalistico d&rsquo;imitazioni di colori o forme simili al reale, per andare alla ricerca di nuovi profili e superfici che siano funzionali al movimento che si voglia l&rsquo;artificiale abbia in acqua. In cosa consiste dunque tutta questa innovazione? Nell&rsquo;utilizzo di una forma semplice ma che ha comportato pi&ugrave; di due anni di studi e di test per collocarla correttamente e far s&igrave; che durante il nuoto crei forze complesse che causino azioni sorprendenti: un buco. Un semplice buco che comporta per&ograve; un&rsquo;importante innovazione nel mondo delle esche artificiali. Un buco che genera ovviamente delle vibrazioni diverse dal normale e che, per questo motivo, sono percepite dai pesci in maniera pi&ugrave; efficace e che causa dei comportamenti in acqua molto interessanti difficilmente confrontabili con alcun altro popper in commercio. Un progettista pu&ograve; immaginare immediatamente quale importanza e quali forze si generano con la presenza stessa dell&rsquo;anomalia di un foro nella parte posteriore del modello. Queste forze sono create dalla forma particolare e asimmetrica delle superfici che creano il foro e che interrompono i filetti di acqua che normalmente aderiscono ai fianchi e al corpo dell&rsquo;artificiale durante il recupero. Per progettare correttamente le superfici, in particolare quelle nella zona intorno al buco, chiamiamola &ldquo;camera del foro&rdquo;, abbiamo deciso di utilizzare dei programmi dedicati alla meccanica strutturale e alla fluidodinamica che ci offrivano la possibilit&agrave; di simulare varie configurazioni relative al comportamento strutturale dell&rsquo;artificiale. Le due svasature laterali asimmetriche servono, infatti, a convogliare una quantit&agrave; maggiore di aria e acqua nella zona in questione e, in collaborazione con le superfici curve di battuta, creano un attrito nella parte posteriore dell&rsquo;artificiale e interagiscono continuamente nel nuoto del modello. Potremmo semplificare l&rsquo;azione come un freno che tra le altre cose genera un caratteristico &ldquo;brivido&rdquo; a intervalli regolari durante l&rsquo;azione di recupero che &egrave; veramente molto interessante. Oltre a questo, l&rsquo;esca una volta entrata in acqua accumula, proprio all&rsquo;interno del foro, una bolla d&rsquo;aria che alleggerisce la parte posteriore favorendone lo scodinzolamento iniziale. Jerkando successivamente con energia, l&rsquo;artificiale crea un tubo di bollicine, che si disperde nell&rsquo;acqua, decisamente superiore a quello formato dai popper normali, sia per la presenza del surplus di aria trattenuto dal foro sia e soprattutto per la forte turbolenza che si crea all&rsquo;interno del complesso sistema della &ldquo;camera del foro&rdquo;. Altra caratteristica causata dal freno posteriore, esaminato in precedenza, &egrave; l&rsquo;arresto immediato dell&rsquo;artificiale quando il pescatore interrompe il recupero. L&rsquo;esca si ferma come durante la pausa di un video! Un&rsquo;assenza totale di abbrivio. In generale l&rsquo;artificiale si pu&ograve; descrivere come un popper &ldquo;nuotatore che durante l&rsquo;azione di recupero entra ed esce dall&rsquo;acqua automaticamente senza che sia necessaria nessun&rsquo;azione particolare con la canna da parte del pescatore. Recuperato linearmente, o alternato a brevi o lunghe jerkate, crea un tubo subacqueo di bollicine veramente impressionante intervallato da un caratteristico &ldquo;brivido&rdquo; dell&rsquo;esca che entra autonomamente in vibrazione a intervalli regolari. Il Toto &egrave; perfetto anche se utilizzato a strappi da fermo per rompere la superficie e creare grandi schizzi sull&rsquo;acqua. Lancio? Lontanissimo. Per quanto riguarda la camera del foro, che indubbiamente caratterizza tutta l&rsquo;estetica dell&rsquo;esca, sono state scelte delle specifiche colorazioni metallizzate, ma non riflettenti, per creare un&rsquo;alternanza lucido/opaco durante il nuoto che ha sembra dato ottimi risultati in pesca. Nei modelli trasparenti questa diversa luminosit&agrave; &egrave; causata dai flash ritmici dovuti alle diverse angolazioni della lamina interna metallizzata durante l&rsquo;azione di rollio dell&rsquo;esca. Vista la particolare resistenza delle ancorette &egrave; dedicato in particolare a serra, lecce e ricciole ma in generale a tutti i pesci della fascia mediterranea come barracuda e tunnidi di media taglia. Il Toto 131 ha l&rsquo;armatura passante e il disegno &egrave; registrato a livello europeo. <a href="http://www.cacciaepescatognini.it/5773-seaspin-toto-131.html">SEASPIN TOTO 131</a></p>

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Il Coixedda 100 è uno shallow minnow compatto, affondante, caratterizzato da un nuoto sinuoso con un irresistibile scodinzolio anche a basse velocità e con la capacità di resistere a corrente e onde nonostante lo scarsissimo affondamento. Tutte queste caratteristiche, associate a un lancio lungo in condizioni spesso proibitive, lo rendono un'arma perfetta per pescare in acque basse alla ricerca della spigola in scaduta, o per tutte le situazioni in cui serva un pesciolino realistico che nuoti poco sotto la superficie. Proprio per favorire il nuoto in fondali bassi e passare in quegli spazi impossibili che normalmente non vengono sondati, sia perché irraggiungibili, sia perché c'è un forte rischio di incagliare l'artificiale negli scogli affioranti, il Coixedda 100 è commercializzato con due ami singoli a curva larga ed occhiello dell'amo in asse con la punta, appositamente studiati per un utilizzo specifico sui minnow. Azione: Recupero lento: tight rolling Recupero regolare: wobbling & rolling Recupero veloce: darting with errating swim Tipo: slow sinking shallow minnow, long casting Ami: Seaspin Gàmu SW round hooks, super-sharp corrosion resistant salt water hooks n°1 Anellini: stainless steel split rings 24-64 kg (50-140 lbs) and 18-47 kg (40-100 lbs)

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<p>Il Seaspin Pro-Q 90 FLAT &egrave; la risposta alle molte richieste dei pescatori di avere un WTD Pro-Q. 90 con assetto orizzontale. Pu&ograve; servire a stimolare anche i pesci pi&ugrave; apatici che dal fondo vedono una sagoma a forma di pesce che si staglia sulla superficie. Ha le stesse caratteristiche del 90 da cui deriva ed &egrave; pi&ugrave; facile nell&rsquo;innescare il movimento wtd. Molto reattivo anche in condizioni di mare mosso. Il Pro-Q. 90 FLAT &egrave; il modello dedicato in particolar modo alla spigola e alla lampuga con i quali ha dato grandissimi risultati ma in generale a tutti i pesci che attaccano artificiali di superficie. Il rattling &egrave; piuttosto sordo e produce leggeri suoni a bassa frequenza. Rispetto all&rsquo;originale ha una &ldquo;bocca&rdquo; leggermente pi&ugrave; ampia per creare pi&ugrave; schizzi.</p> <p>Ancorette BKK 4x strong break round treble n&deg;6.<br>&ldquo;Bocca&rdquo; leggermente pi&ugrave; ampia per creare pi&ugrave; schizzi.<br>Molto reattivo e molto facile da usare anche con mare mosso.</p>

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I Ketc sono skipping lures indirizzati ai predatori più aggressivi che cacciano in superficie: ovvero pesci serra, lecce, lampughe e tunnidi in generale. Indicati soprattutto dalla primavera all'autunno, si lanciano molto lontano in tutte le condizioni meteo grazie al peso specifico elevato, e si recuperano velocemente facendoli saltellare sull'acqua. Il Ketc è adatto allo spinning più pesante e può raggiungere le maggiori distanze di lancio. Sono armati con un sistema split ring – girella - split ring, che fa le funzioni di un solidissimo assist hook, e da un amo singolo dressato. Molto utile anche come teaser per richiamare ed eccitare i predatori sono stati progettati in collaborazione con Mario Varelli.